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El palasso dai camini mostruosi

El palasso dai camini mostruosi

Varcare la soglia della cinquecentesca Villa della Torre significa immergersi in un’atmosfera di magia e simbolismo, entrando a far parte di un percorso iniziatico di elevazione dal profano al sacro, dal primordiale allo spirituale…

Non sono gli effetti del vino che si può degustare qui, ma di un luogo che tuttora rimane per molti aspetti un enigma.

“I visitatori sono contaminati: chi scopre il vino scopre anche il mondo dell’arte e viceversa”

La storia della Villa

La visione delle ville palladiane che scorrono come in una quinta teatrale lungo le rive del Brenta, è fra gli episodi più coerenti e felici della storia della cultura architettonica del bel paese. Ma sempre in Veneto e non lontano dalle dolci sponde dell’arcadico fiume, fra le colline della Valpolicella, a pochi chilometri da Verona ecco un’altra villa. Una diversa da tutte le altre, principalmente per un’idea che ne fa un pezzo unico in tutto il Veneto.

Villa della Torre o “el Palasso”, come da sempre la chiamano gli abitanti di Fumane, sembra una naturale filiazione del grandioso Palazzo Tè di Mantova, firmato dal grande esponente rinascimentale Giulio Romano, l’allievo prediletto di Raffaello.

L’originalità e complessità del prezioso edificio sta interamente nella sua concezione: non solo una dimora di campagna, centro di attività agricole del podere e gestione del territorio, ma luogo pensato per la pace del corpo e dell’anima secondo i canoni fissati dagli scrittori della latinità, tanto amati dalla tradizione italiana.

Nata per volontà dell’ideale umanista di Giulio Della Torre che si fa promotore di un nuovo approccio alla spiritualità e in generale al rapporto tra natura e cultura, che sarà trasposto nel progetto e negli elementi decorativi della villa a cui egli stesso coopera.

Ultimata intorno alla metà del ‘500, rimase di proprietà della sua famiglia fino alla prima parte dell’ ‘800, per poi vivere un’epoca di declino. Negli anni Cinquanta venne acquistata da Girolamo Cazzola che diede il via a un generoso restauro e solo nel 2008 è passata alla famiglia Allegrini, che l’ha trasformata nella dimora storica odierna.

Da allora è andata in crescendo la sua vocazione di favorire incontri e scambi, momenti culturali e approfondimenti aperti a tutti, unitamente al suo ruolo di rappresentanza dell’azienda vinicola Allegrini e alle proposte per gli amanti del vino, del cibo e dei prodotti locali, dalle degustazioni enologiche ai piatti degli chef, dai corsi di cucina ai tour guidati nei vigneti.

L’Antiqua Domus

Villa di dimensioni importanti eppure di una grandiosità ben distribuita attorno al suo fulcro: il peristilio. È infatti pensata sul modello vitruviano della domus romana, con un cortile interno circondato da un porticato sostenuto da pilastri con capitelli dorici realizzati in pietra appena sbozzata. Ciò conferisce alla struttura un aspetto decadente e vagamente misterioso, che viene evocato anche dai particolari interni delle stanze che vi si affacciano.

Le evidenti trasgressioni della regola architettonica evocano l’idea di una classicità corrotta e decadente.

Al centro una grande vasca in pietra funge da simbolico impluvium, il bacino di raccolta dell’acqua piovana nelle dimore antiche.

Luogo di ozi letterari, di contemplazione, di piaceri, di riposo e di svago. Ricerca di puro edonismo per gli ospiti di Giulio della Torre.

I Camini mostruosi

La curiosità che ha stuzzicato le fantasie di molti e che ha reso celebre la villa in tutto il mondo, sono gli immensi camini decorati da stucchi a mascherone unici nel loro genere.

Gigantesche sculture minuziosamente ricavate ognuna da un unico blocco di pietra che la critica attribuisce a Giovan Battista Scultori.

Molto si è discusso sul significato di queste opere grottesche, più uniche che rare, che tuttavia resta ancora un mistero, da ricercare nel complesso simbolismo che pervade la struttura stessa di Villa della Torre.

Si dice che i quattro camini siano allegorici. Uno di essi rappresenta Satana, dalla chioma fiammeggiante e dagli occhi esorbitanti. Il secondo è un Leone che ruggisce, anch’esso emblema demoniaco. Il terzo è un Unicorno, che simboleggia Cristo e la vittoria sul male, al quale tre angioletti sollevano le fauci. Il quarto presenta di nuovo la figura dell’Unicorno, ma questa volta salvifico e con gli occhi rivolti verso il cielo.

La Peschiera

Su quella che era la facciata della villa verso strada, vi è uno degli innumerevoli elementi simbolici che la caratterizzano: l’acqua. La peschiera era utilizzata per soddisfare gli orti e il magnifico giardino all’italiana che le sorgeva un tempo davanti, e per stupire i visitatori con giochi d’acqua.

La Grotta

Ai piedi della villa, affacciato al giardino inferiore, si trova un luogo che evoca un antro infernale. Si tratta di una grotta a pianta ottagonale realizzata con massi rustici dai quali spunta la figura di un mostro con la bocca spalancata e pareti con un mascherone demoniaco. Unico accesso a quello che doveva essere un bagno turco dai vapori infernali.

Le pareti sono decorate con elementi del mondo naturale: conchiglie marine, ciottoli di fiume, cristalli, spugne fossili. All’interno della grotta, che poteva essere chiusa da porte scorrevoli di pietra oggi andate perdute, si aprono alcune strette feritoie lungo le pareti. Non è ancora chiara quale ne fosse la ragione simbolica o l’utilizzo.

Il Tempietto

Nella parte alta, leggermente staccata dal corpo della villa, sorge un piccola chiesa che secondo il Vasari fu disegnata da Michele Sanmicheli.

“Fece Michele ai signori conti della Torre una bellissima cappella a uso di tempio tondo con altare in mezzo, nella loro villa di Fumane”

Riprende dai battisteri e dalle chiese dei martiri la pianta ottagonale, simbolo dell’ottavo giorno, il giorno della vita eterna.

Completa il tempietto, un caratteristico campanile ancora perfettamente conservato.

Il percorso iniziatico

Alcune interpretazioni dell’impianto simbolico di Villa della Torre le attribuiscono il valore di un luogo atto a generare un percorso iniziatico dagli Inferi al Paradiso. La struttura è infatti articolata su tre livelli. Partendo dal basso, dalla grotta, si percorre un itinerario a salire che termina con la chiesa nella parte alta della proprietà. Nel mezzo gli elementi naturali: la terra della grotta, l’acqua della peschiera e dell’impluvium, il fuoco dei camini. Non mancano anche le rappresentazioni delle varie nature umane: bestiale e selvaggia prima, infine “addomesticata” dalla cultura e dalla religione. Questo alone di mistero attorno ai veri significati di Villa della Torre non fa che aggiungere fascino al luogo.

Un mix di laicità e senso del sacro in piena coerenza con il profilo della famiglia Della Torre, convinti umanisti, ma anche in forte legame con la Chiesa, quando non essi stessi influenti prelati, assai in vista nella curia veronese.

La Villa, il Vino, i Sensi
Una residenza, un vino.

Visitare Villa della Torre significa entrare in contatto con gli elementi naturali che la circondano (acqua, terra, aria, fuoco) oltre ai vari elementi architettonici e filosofici che la caratterizzano.

In particolare con uno dei prodotti più pregiati della terra, forgiato dagli elementi della natura: il vino.

Allegrini, una fra le Aziende Agricole produttrici di vino più famose in Italia e nel mondo, è proprietaria della Villa. A Fumane, nel centro della Valpolicella Classica, il vigneto denominato appunto Palazzo della Torre, circonda la Villa. Il vino Palazzo della Torre, è apprezzato in tutto il mondo per la sua intensità e complessità e per essere stato per 5 anni consecutivi nei Top 100 di Wine Spectator.

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